Saturday, July 30, 2011

Buffalo 66

Attenzione: contiene spoiler, ma manco troppo.

E' da ieri sera che dico solo una cosa inizio anni duemila: Vincent Gallo sposami, Vincent Gallo scegli me. Che cavolo di figo. E' raro che mi parta l'ormone mentre guardo un film, riesco comunque a contestualizzare (dove contestualizzare sta per: mettiti in fila/molla l'osso). Ma con lui, Santamaria e Garrel ci riesco male, ecco tutto. Vincent where are tou? 

E comunque Gallo  Gasato. Vado sul suo sito e mi lascio trasportare dalla malattia che risiede nei miei click. Sezione merchandise, t-shirts con su scritto: macho Vincent Gallo, I fucked Vincent Gallo (simpatica però), I ♥ Vincent Gallo, Vincent Gallo hero...ohu, pronto. Una media di 200 $ a maglietta. Roba per happy few, già già già. Roba da proseliti del cinema indipendente americano. Era il 1998, nello stesso anno sarebbe uscito Rushmore di Wes Andersen, l'anno dopo il Giardino delle vergini suicide di Sofia carrè perfetto Coppola. Il giorno prima dell'alba dell'hypsteria, quando sembrava geniale l'uso del colore slavato, dei super 8 e delle 35 mm, quando ancora non tutti sapevano cosa volesse esattamente dire il termine vintage.

Più che una storia d'amore, una di solitudini che si intrecciano. Anime sole in quel di Buffalo (Gallo è nato lì, Gallo è del '66) raccontate nell'incontro casuale fra Billy Brown (lui) e Layla (Christina Ricci) il giorno in cui Billy esce dopo 5 lunghi anni dal carcere, per una scommessa rovinosamente persa (causa, guarda un po', i Buffalo messi come vincenti al superbowl. Addio 10mila dollari). Lui rapisce agevolmente lei, costringendola ad essere sua moglie durante l'incontro coi genitori. Seguono tristi flashback sull'infanzia difficile di Billy, panoramiche sui terreni aridi delle vite del parentado. L'incomunicabilità fra persone che comunica in realtà anche troppo. Violenze psicologiche, perle di tristezza. Frustrazioni. Il tutto affrontato in una maniera miracolosamente fresca, cinica con brio. Viene a tratti da sorridere, su tali miserie.
In tutto questo c'è Layla la dolce, Layla la volgarotta, della quale durante i 110 minuti non viene rivelato assolutamente niente. E' bella mentre balla il tip tap su un vecchio pezzo dei King Crimson. Tette e cosce sballonzolanti. La riprova che quello che succede nel film nella realtà non accade, vedere per credere. 

Sono Parole Santels: non avevo molta voglia di scrivere e si vede. Ma mi sono impegnata negli screenshot.

3 comments:

Daniela said...

Bel film! concordo in pieno con te sulla lista di attori da "mi scatta l'ormone"!

Ottavia said...

Mi è tornato in mente questo tuo post quando pochi minuti fa ho letto questo http://eclipsed.tumblr.com/post/8380898275/fun-facts-qualche-tempo-fa-vincent-gallo-sul-suo e eclipsed la sa lunga, si sa :)

Parole Santels said...

@daniela non riscrivo il suo nome sennò son punto e a capo

@ottavia ahahahha! il genere di info che adoro! Lo ribadisco: che gasatoooo
<3

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